Le ricerche hanno ormai dimostrato come il pensiero positivo aiuti la proattività, l’accountability e migliori la percezione di auto-efficacia.
Viviamo in un contesto professionale, caratterizzato da continua evoluzione, che Bauman descrive come: “una società può essere definita liquida se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini.”
Questa società “liquida” caratterizzata da flessibilità agisce sulle persone facendogli perdere quelli che fino a vent’anni fa erano i punti di riferimento (sicurezza del lavoro, vicinanza geografica…).
Predomina, dunque, un denominatore comune: la flessibilità, che viene sempre più richiesta al lavoratore anche per rispondere a sfide di business sempre diverse.
In una società “liquida” le possibilità di successo saranno proporzionali alla capacità individuali di inventarsi una strategia e cambiarla in base alle circostanze che si incontreranno. Se si agisce senza strategia o se si è troppo “affezionato” ad una strategia, si avrà difficoltà a perseguire i propri obiettivi e quelli dell’organizzazione.
Ecco perché incontrare un coach può aiutare a:
Coltivare fiducia nel futuro, perché le aziende possono cambiare, ma non è detto che i nuovi inizi siano peggiori di ciò che si lascia
Non tormentarsi ma usare l’energia al servizio della crescita professionale e la soddisfazione che ne deriva
Prendersi un momento dedicato per digerire le delusioni professionali e usarlo per imparare dall’esperienza
Concentrarsi sul bicchiere mezzo pieno: se il lavoratore non vede quello che possiede, si può farlo ragionare rispetto alle sue risorse (determinazione, competenze…) e alle aspirazioni di crescita professionale (che non vuol dire necessariamente crescita gerarchica, ma anche di apprendimento e di auto-sviluppo).
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